giovedì 9 febbraio 2017

L’addio dell’economista alla moglie che non c’è più: «Hai scherzato: “Stirerò”. Sei stata la mia vita», di Elena Tebano

L’INTERVISTA

Francesco Forte e la lettera dopo 65 anni insieme che ha commosso il web. «La vidi, capii subito che cercavo lei»

È come se quei 65 anni e più non fossero passati mai: Francesco Forte ricorda tutto. «Era comparsa là in fondo, al centro, camminava in fretta, lungo il primo porticato, venendo da sinistra, alla Facoltà di lettere, aveva appena finito di assistere a una lezione. Dietro di lei c’erano due o tre ragazzi, lei li teneva a distanza, voltandosi indietro e allungando il braccio con un quaderno, che andava quasi sopra la loro testa, era molto alta, agile, snella, gli occhi verdi, i capelli che volteggiavano quando si voltava: poi è scomparsa, andando sotto il porticato verso destra». Era il luglio del 1951 e Forte, che presto sarebbe diventato professore di Economia e poi responsabile economico del partito Socialista e dopo ancora ministro delle Finanze nel governo Fanfani, da poco laureato, vedeva per la prima volta Carmen Cignoli, la donna che sarebbe stata sua moglie.

Il post su Facebook

Lo ha raccontato nel lungo post su Facebook oggi che, a 88 anni, l’ha salutata dopo la sua morte, il 16 gennaio. Così bello e struggente che Il Giornale e Italia Oggi nei giorni scorsi l’hanno pubblicato. «Carmen mi ha sorriso, mi ha detto con il sorriso, la voce fresca, musicale, lineare “hai la camicia un po’ sgualcita, se mi sposi io te la stirerò”. Sorrideva, non capivo se scherzava», scrive Forte di quel giorno del ’51. «Mia moglie invece non stirava, faceva tante cose ma non quella. Le piaceva leggere — dice ora al telefono da Roma —. Per me uno dei piaceri era portarle un libro appena uscito. C’è un nuovo libro di Vitali. Un nuovo giallo di Carofiglio, ma ora sono lì» aggiunge con la tristezza nella voce.

Il primo incontro

«Di quel primo incontro rivedo ogni particolare perché avevo come un’immagine che non c’era della persona che dovevo conoscere. E quando l’ho vista ho riconosciuto quella persona». Lei aveva 2o anni, lui 22. «Ero il capo degli studenti, lei era al secondo anno di Lettere, ho saputo dopo che aveva fatto campagna perché mi votassero. Avevo tante ragazze intorno, ma lei era l’unica che mi destava qualcosa di sensazionale. Negli occhi le vedevo un che di limpido e anche un po’ triste, mi piaceva». Iniziò una storia di «cartoline e incontri di sfuggita»: «Parlava poco di se stessa, anche le sue cartoline erano stringatissime. Solo la firma, se aggiungeva “io ti” significava moltissimo. La prima volta che ci siamo incontrati da fidanzati mi ha detto: “vengo da te con uno spazzolino da denti”». Non c’era bisogno d’altro.

La vita insieme

Nell’autunno del 1957 il matrimonio, poi la nascita del figlio Stefano, che insegna fisica teorica all’università di Milano. Forte ha avuto una vita piena, Carmen ne era parte fondamentale: «Non era facile essere sposata con uno che scriveva, che lavorava fino a tardi. A lei piaceva stare da sola. E non aveva paura di venire ovunque: anche in Africa, in elicottero, tra i ribelli somali».
Sei decadi e mezzo insieme: «Quando si sceglie qualcuno per la vita si prova la necessità di stare con una persona che è un pezzo di noi». In ogni piccola cosa. «Quando viaggiavo le facevo la telefonata delle 8. Da sempre. Ora alle 8 non posso farle più la mia telefonata».

@elena tebano
29 gennaio 2017 (modifica il 1 febbraio 2017 | 07:57)
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