martedì 16 luglio 2013

Non ci sono keynesiani nelle banlieu, di Giulio Meotti

Sui riot di Stoccolma, come accadde in Francia nel 2005, si ripete il vecchio stereotipo del taglio dei servizi sociali e dei sussidi come causa del malumore delle periferie. Un penoso tic materialista. No, non ci sono keynesiani nelle banlieu. Sta invece collassando il modello multiculturale su cui l'Europa ha costruito mezzo secolo di politiche di integrazione. L’illusione era che una società ricchissima (la Svezia finanzia anche il cambio di sesso dei suoi cittadini), indifferente alla religione, sempre accogliente e tollerante, avrebbe sanato eventuali traumi da integrazione. Stessa situazione in Norvegia, il paese di Ibsen, Munch, Nobel e Grieg. Un ipocrita laissez-faire, un vero razzismo. E' in coma questa vecchia utopia welferista nata in Scandinavia ed esportata nel resto del continente. Intanto nuove camicie nere marciano sulle libertà dell'occidente.

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