Il Pontefice a S. Pietro torna a parlare della crisi della fede, che mette in pericolo «la nostra esistenza e il mondo»
La celebrazione della Veglia – «Oggi possiamo illuminare le nostre città in modo così abbagliante che le stelle del cielo non sono più visibili». La metafora di Benedetto XVI va al cuore del suo pontificato, la Veglia di Pasqua è la notte più importante dei fedeli e il Papa torna a parlare della crisi di fede che colpisce soprattutto l’Occidente, quella «situazione spesso drammatica nella Chiesa di oggi» già denunciata nella messa del Giovedì Santo, contrappone la «luce» di Dio al «buio» della negazione e del male e sospira: «Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale».
IL BUIO - Ora è il momento in cui i fedeli attendono l’annuncio della Risurrezione, la “nuova creazione” della Pasqua dopo la Crocifissione di Gesù e “la notte del sepolcro”. Benedetto XVI, nella Basilica di San Pietro, amministra battesimo, cresima e comunione a otto “neofiti” e spiega il senso della liturgia, la benedizione del fuoco e la processione con il cero richiamano il “Sia la luce!” della Genesi: «Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male». E’ il problema del nostro tempo, per il quale il Papa ha deciso di indire l’ "anno della fede" dall’11 ottobre, 50° anniversario del Concilio. Il Papa che l’altro giorno si era rivolto ai preti «disobbedienti» spiega pure che nel cero pasquale, frutto del «lavoro delle api», c’è un richiamo alla «comunione» e all’unità della Chiesa.
LA MINACCIA - Ma per tutti resta il pericolo essenziale, aggiunge: «Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo». Le città illuminate impediscono di vedere le stelle. «Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare».
LA MINACCIA - Ma per tutti resta il pericolo essenziale, aggiunge: «Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo». Le città illuminate impediscono di vedere le stelle. «Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare».
RAGIONE E FEDE - Così il Papa riprende il tema della «ragionevolezza della fede» che fu al centro del discorso di Ratisbona, rileggendo il racconto della creazione mostra il rapporto tra fede e ragione: il male «si nasconde», mentre «la luce rende possibile la vita, l’incontro, la comunicazione, rende possibile la conoscenza, l’accesso alla realtà e alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso». Ecco il punto: «La materia prima del mondo è buona, l’essere stesso è buono. E il male non proviene dall’essere che è creato da Dio, ma esiste in virtù della negazione. È il "no"».
Nessun commento:
Posta un commento