giovedì 11 agosto 2011

Una riforma drastica per la salute dell'economia, di Martin Feldstein

Ormai soltanto Grecia ed Egitto, fra i Paesi più importanti, hanno un deficit superiore in percentuale a quello degli Stati Uniti d'America. Certo, quel passivo del 9,1 per cento del Prodotto interno lordo nei conti pubblici statunitensi è dovuto in parte agli effetti automatici della recessione. Ma, secondo le proiezioni ufficiali dell'Ufficio bilancio del Congresso, anche quando l'economia sarà tornata a una situazione di piena occupazione, il deficit rimarrà alto, talmente alto che il debito pubblico continuerà a crescere, in rapporto al Pil, per tutto questo decennio e oltre.

Per capire come risanare le finanze federali degli Stati Uniti bisogna prima capire perché il deficit, secondo le previsioni, sembra destinato a rimanere elevato. Prima di guardare ai disavanzi futuri, prendiamo in esame quello che è successo nei primi due anni dell'amministrazione di Barak Obama, che ha visto il deficit crescere dal 3,2 per cento del Pil del 2008 all'8,9 per cento del 2010 (facendo a sua volta schizzare il rapporto tra il debito e il prodotto interno lordo dal 40 al 62 per cento).

Questo 5,7 per cento in più di deficit è dovuto a un calo delle entrate del 2,6 per cento (dal 17,5 al 14,9 per cento del Pil) e a un aumento delle uscite del 3,1 per cento (dal 20,7 al 23,8 per cento del Pil). Secondo l'Ufficio bilancio, la crisi economica ha pesato per meno della metà in questo 5,7 per cento, un 2,5 per cento tra il 2008 e il 2010 determinato dagli stabilizzatori automatici.

L'analisi dell'Ufficio bilancio definisce «stabilizzatori automatici» le variazioni del deficit di bilancio indotte dalle condizioni congiunturali, in base alla teoria secondo cui le minori entrate e le maggiori spese (principalmente dovute a sussidi di disoccupazione e altri trasferimenti) determinate da una recessione economica contribuiscono a rilanciare la domanda complessiva e quindi aiutano a stabilizzare l'economia.

In altre parole, anche non tenendo conto degli stabilizzatori automatici (cioè se l'economia tra il 2008 e il 2010 fosse stata in una situazione di piena occupazione), il deficit di bilancio degli Stati Uniti sarebbe comunque cresciuto del 3,2 per cento del Prodotto interno lordo. I minori introiti e i maggiori esborsi pesano ciascuno per la metà circa di questo incremento "in piena occupazione" del disavanzo.

Guardando avanti, l'Ufficio bilancio pronostica che l'applicazione della legge di bilancio proposta dall'amministrazione Obama a febbraio farebbe crescere il debito pubblico tra il 2010 e il 2020 di altri 3800 miliardi di dollari, portandolo al 90 per cento del Pil. Questo incremento netto del debito di 3800 miliardi riflette un incremento del deficit di circa 5mila miliardi di dollari, dovuto a maggiori spese e minori entrate da parte dei contribuenti a medio e basso reddito, compensato in parte da aumenti delle tasse per 1300 miliardi di dollari prevalentemente a carico delle fasce di reddito alte.

L'enorme incremento del deficit e del debito prefigurato da queste proiezioni non dà conto fino in fondo dei danni che provocherebbe la finanziaria di Obama se venisse approvata. La proposta di legge si basa sul presupposto che le spese "discrezionali" (cioè quelle che necessitano dell'approvazione del Congresso, a differenza delle cosiddette spese "obbligatorie", come le prestazioni pensionistiche della Social Security - la previdenza pubblica - che continueranno ad aumentare a meno che il Congresso non intervenga a modificarle), difesa esclusa, cresceranno complessivamente solo del 5 per cento fra il 2010 e il 2020, cosa che implica un calo in termini reali e nessuno spazio per nuovi programmi.

Il livello annuo delle spese militari dovrebbe calare secondo le previsioni del Governo di circa 50 miliardi di dollari per ogni anno a partire dal 2012: una visione molto ottimistica delle necessità militari degli Stati Uniti nel decennio che abbiamo davanti.

Per ridurre il disavanzo di bilancio in modo da prevenire un ulteriore aumento del debito pubblico sarà necessario ridurre le spese e aumentare le entrate. Questo incremento delle entrate può essere ottenuto senza alzare le aliquote, e cioè limitando l'ammontare delle agevolazioni fiscali di cui individui e imprese possono godere tramite le varie "spese deducibili" che costituiscono una fetta importante del diritto tributario statunitense. Ma questo è un argomento che andrebbe approfondito in un altro editoriale.

Sul fronte delle uscite, invece, la prospettiva di un raddoppio del debito pubblico nel corso del prossimo decennio è solo l'inizio dei problemi di bilancio che gli Stati Uniti in questo momento si trovano ad affrontare. Negli scenari dei conti pubblici dei prossimi decenni giocano un ruolo chiave i costi crescenti delle prestazioni pensionistiche e sanitarie, che secondo le previsioni porteranno il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo dal 90 per cento del 2020 al 190 per cento del 2035. Una riforma drastica di questi programmi rappresenta la sfida primaria per le finanze pubbliche degli Stati Uniti d'America, e dunque per la salute a lungo termine dell'economia statunitense.

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-08-06/una-riforma-drastica-per-salute-economia-110257.shtml?uuid=AapQxJuD

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