giovedì 28 febbraio 2013

“Anche i laici devono essere grati a Ratzinger”, di Giulio Meotti


“Contro lo sciatto secolarismo”


Parla il grande storico conservatore inglese Paul Johnson. Le dimissioni sono in sintonia con il suo essere un intellettuale

"Abbiamo tutti bisogno del Papa, anche quei laici che non lo confesserebbero mai”. Così il re dei “neo fogey”, i reazionari colti e di gusto dell’epoca thatcheriana, l’ottantacinquenne Paul Johnson, commenta le dimissioni di Benedetto XVI. Il maggiore storico inglese, che ha scritto tanto, negli ultimi tre decenni, per svelare le grandi e piccole meschinità, le ipocrisie e le incoerenze delle “chattering classes”, la sinistra culturale benestante e compiaciuta, ritiene che l’addio di Papa Ratzinger sia in sintonia con il suo carattere. “Giudico molto saggia la decisione di Papa Benedetto di dimettersi”, dice Johnson al Foglio. “Non è normale che un Papa superi i novant’anni, inoltre la decisione è in sintonia con la formazione intellettuale di Joseph Ratzinger. Non vedo alcun segno di debolezza nella scelta di lasciare o di irrilevanza del cristianesimo nella vita pubblica contemporanea”. Autore di “Tempi moderni”, tradotto in diciotto lingue e che ha venduto più di un milione di copie, e del famoso e controverso “Gli intellettuali”, in cui sbranò i campioni della cultura del nostro tempo, Johnson issa la bandiera del common sense anglosassone all’interno del pensiero postilluminista. “Ogni domenica vado a messa nella mia chiesa di Londra dove si celebra il rito latino, non vedo mai facce smarrite, ma tante persone che scorgono nella chiesa una guida contro un secolarismo sciatto che non dà risposte. Nel mondo ci sono un miliardo di cattolici. Ci andrei piano a dire che la chiesa non ha voce nelle cose del mondo. Giovanni Paolo II era un carismatico dalla personalità fenomenale, ovunque andasse scatenava lo show. Benedetto XVI ha invece sempre preferito fare piccoli importanti discorsi in pubblico, come quando venne a Londra. Piccoli discorsi di verità. In Inghilterra Ratzinger ha riscosso un trionfo geniale e calmo come è lui. Un momento curioso avvenne nella visita alla Westminster Hall. C’erano tutti gli ex primi ministri, il governo, i parlamentari, i Lords. A un certo punto il Papa ha indicato gli angeli che sorreggevano il soffitto. Tutti hanno alzato lo sguardo, sbalorditi, come se non ci avessero mai fatto caso”.
Per questo si è ritirato, “perché non ha più le forze per compiere quello che lui riteneva necessario, essere la guida nel mondo moderno. Ha fatto un lavoro straordinario e dovremmo tutti essergliene grati”. Johnson non crede agli scandali di pedofilia che hanno coinvolto la chiesa negli ultimi due anni, soprattutto nei paesi anglosassoni. “Penso che la cosa più terribile sia avvenuta quando la chiesa ha iniziato ad accettare di pagare gli avvocati in America, è lì che i casi si sono moltiplicati”.
Secondo Johnson, caratteristica del papato di Ratzinger è stata “la tensione fra cristianesimo e mondo moderno. L’essere umano non è una creatura interamente secolare, ha bisogni secolari, ma ha bisogno d’altro per vivere, e qui il ruolo della chiesa è molto importante. Amo moltissimo Ratzinger, è un grande professore universitario, sono d’accordo con lui quando afferma che la ragione non sostiene se stessa, ha bisogno di un aggancio trascendente. Il Papa ha mostrato che la ragione ha una dimensione spirituale, come l’immaginazione, che per me resta la caratteristica umana più importante. E’ l’immaginazione che ci persuade di quanto noi siamo stati creati a immagine di Dio. Le distruttive passioni dell’uomo sono state tenute a freno dalle religioni. Senza grandi risultati però, si potrebbe obiettare. Ma quali successi ha ottenuto il mondo secolarizzato nell’elaborare un sistema alternativo di ricompensa e retribuzione? Nella sua lezione straordinaria di Ratisbona, Ratzinger ha spiegato che l’immaginazione creativa umana è in accordo con la dimensione religiosa dell’esistenza”.
Torniamo al Ratzinger intellettuale. “Il Papa viene da una famiglia di intellettuali e accademici. E’ stato il guardiano della disciplina sotto Giovanni Paolo II. Ma da Papa è stato anche un uomo di gentile benevolenza. Ha dato l’impressione di misurare ogni parola. Nel mondo accademico, scientifico e giornalistico è diventato fashion brandire la bandiera dell’ateismo militante. Sembra che di rigore gli scienziati debbano lanciarsi in diatribe sul perché la religione è incompatibile con la scienza. L’umanità si trova in bilico tra una precaria sopravvivenza e l’abisso dell’autodistruzione. E credo che il nostro destino sarà deciso dalla nostra capacità di tenere accesa quella fiamma spirituale che scalda e illumina la nostra vita”. Johnson ne ha per tutti. Sull’Umanesimo: “Si è rivelato un costernante fallimento”.
E sul relativismo morale: “E’ stato il peccato cardinale del Ventesimo secolo, la ragione per la quale è stata un’epoca così disperatamente infelice e distruttiva nella storia dell’uomo. Per questo tutte le forze della società moderna sono state contro Papa Ratzinger”.

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