giovedì 2 maggio 2013

L'Ocse: "Senza riduzione del debito e riforme strutturali non c'è crescita"


Il rapporto sull'Italia


I dati sulla crescita più pessimisti rispetto alla previsioni contenute nel Def di aprile. Saccomanni: "Avanti con le riforme strutturali". Giovannini: "Strategie e iniziative per contrastare disoccupazione giovanile"

Le priorità per l'Italia sono un'ampia riduzione del debito e il consolidamento delle riforme strutturali. Queste sono le due ricette chiave che escono dall'indagine presentata oggi dall’Ocse sul nostro paese. "Per l'Italia, si legge nel rapporto, "la priorità è la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico", mentre "i risultati ottenuti grazie alle riforme strutturali devono essere consolidati e sono necessarie ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la produttività, per rimettere l'Italia sulla strada di una crescita sana".

Crescita – Secondo quanto previsto dal rapporto Ocse sull’Italia, l'economia del nostro paese "potrebbe frenare" nei prossimi mesi e "non dovrebbe iniziare a crescere prima del 2014" con una contrazione del Pil dell'1,5 per cento nel 2013 e una crescita dello 0,5 per cento nel 2014, dati più pessimisti rispetto al -1,3 per cento di quest'anno e al +1,3 per cento del 2014, stimati dal governo nel quadro macroeconomico contenuto nel Def, presentato ad aprile. "Gli effetti positivi della serie di ampie riforme dal lato dell'offerta adottate a partire dalla fine del 2011 – si legge nel documento -, richiederanno tempo per materializzarsi, a causa del clima di scarsa fiducia, del ritmo lento della ripresa negli altri paesi e della necessità di proseguire sulla strada del consolidamento fiscale. Inoltre è previsto un aumento della disoccupazione dell’11,4 per cento quest’anno e dell’11,8 per cento nel prossimo mentre il costo del lavoro non dovrebbe subire particolari contrazioni assestandosi sul +0,2 e +0,1 nel 2013 e 2014.

Disoccupazione - Più preoccupanti i dati relativi alla disoccupazione giovanile che secondo l’Ocse è in Italia "molto elevata". L’istituto invita il governo a "migliorare la transizione della scuole al mondo del lavoro per migliorare la formazione di capitale umano e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile". Inoltre, da quanto si legge nel documento, si raccomanda di "1)promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, per migliorare l'occupabilità tramite un maggiore sostegno alla ricerca del lavoro e alla formazione, estendendo allo stesso tempo la rete di protezione sociale, invece di cercare di migliorare i posti di lavoro esistenti; 2)promuovere l’allargamento dell’accordo attuale tra le parti sociali in modo da garantire un migliore allineamento dei salari; 3) una previsione di riduzione dell’indennità risarcitoria minima in caso di licenziamento illegittimo e determinarla in funzione degli anni di servizio”.

Debito pubblico - La stima del debito pubblico italiano, secondo il rapporto Ocse, sarà attorno al 134 per cento del Pil a fine 2014 (il dato esclude l'impatto dal gettito proveniente dalle eventuali privatizzazioni, ma tiene conto delle garanzie dell'Italia al Fondo europeo di stabilità Finanziaria, dell'ammontare del prestiti bilaterali alla Grecia e della partecipazione al capitale del Meccanismo Europeo di Stabilità, nonchè della riduzione dei debiti arretrati). Inoltre, si legge nel rapporto, il debito "potrebbe aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel 2014”.
Il Ministro del economia, Fabrizio Saccomanni, commentando i dati del rapporto sull’Italia dell’Ocse, ha detto che “ce la mettiamo tutta” per uscire dalla crisi nel 2013 e che "siamo orientati a un rilancio della crescita sostenibile e proseguiamo con fermezza sulla strada delle riforme strutturali già iniziate", riforme che, per Saccomanni, "hanno anche un effetto di sostegno alla crescita”.

In questi mesi, ha proseguito il neo Ministro dell’economia, "abbiamo lavorato molto" per "gestire una situazione grave di emergenza finanziaria dalla quale vorremmo definitivamente uscire il più presto possibile". "Il governo intende proseguire in una strategia orientata alla crescita - ha osservato Saccomanni - coniugando le politiche europee di stabilità precise per la ripresa delle attività e dell'occupazione. La creazione di posti di lavoro è essenziale per risolvere il problema dell'indebitamento".

Anche secondo il Ministro del lavoro, Enrico Giovannini, l’Italia ha delle “emergenze che conosciamo bene, che sono Cig e esodati su cui i numeri sono stati incerti e ho già avviato un approfondimento forte". Per Giovannini "fare e disfare non aiuta, bisogna rivedere quanto necessario, ma con attenzione". Il ministro, durante le presentazione del rapporto Ocse, ha poi detto che intenderà incontrare i rappresentanti delle parti sociali per affrontare il problema dei giovani: “L’investimento sulla generazione è un fatto culturale che passa attraverso tutti i soggetti - ha detto il neo ministro del Lavoro -  Dobbiamo riuscire a mettere in campo strategie e iniziative efficacia se pensiamo che sia la politica a risolvere questo problema ci siamo dimenticati che alla fine la crescita la fanno le imprese e i lavoratori”.

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