Che problema c'è? In un paio di giorni hanno detto addio all'Udinese tre dei protagonisti della straordinaria stagione appena conclusa, Sanchez, Inler e Zapata, ma il tecnico Guidolin non si scompone: «Ne arriveranno degli altri», ha risposto a chi si preoccupava del ridimensionamento di una squadra che tra qualche mese si farà bella la sera per gli appuntamenti di Champions.
Nessuna sorpresa, dunque, a Udine sono abituati così, vendono al miglior offerente i gioielli di famiglia che hanno contribuito a fare grandi e tornano sul mercato per dare fiducia a giocatori che le big del pallone europeo non seguono da vicino perché campioni non sono ancora e mai potrebbero diventarlo.
Quaranta milioni per Alexis Sanchez, che in Spagna considerano ormai di proprietà del Barcellona, sedici milioni per Gockhan Inler, presentato dal Napoli ieri l'altro con tanto di sorpresa finale, nove milioni o giù di lì per Cristian Zapata, che i sottomarini gialli del Villareal non vedono l'ora di accogliere a braccia aperte. Sessantacinque milioni in entrata in pochi giorni, altro che mercato in uscita, ad Udine la famiglia Pozzo gongola di gioia per un conto corrente che si fa sempre più ricco ed entusiasmante. Soprattutto, se si considera il denaro che solitamente i Pozzo riservano per il mercato in entrata. Per carità, sempre di diversi milioni di euro a stagione si parla, ma il bilancio tra quello che esce e quello che entra è roba da studiare ad Harvard per il talento che gli imprenditori friulani hanno dimostrato di avere in materia di affari.
Senza andare troppo lontano, è sufficiente dare un'occhiata ai numeri che riguardano gli ultimi tre giocatori ceduti, Sanchez, Inler e Zapata. Il cileno è stato acquistato nel 2007 dal Deportes Cobreloa per 3 milioni di euro. Oggi, ne vale 40. Sempre nel 2007 i Pozzo hanno prelevato lo svizzero Inler dal Zurigo. Volete sapere per quanto? Un milione di euro. Ne hanno guadagnati in quattro anni la bellezza di 15. Zapata è arrivato ad Udine nel 2005 dal Deportivo Calì. Somma versata per l'operazione: 500 mila euro. Facile fare i conti. Per loro, l'Udinese ha investito circa 4,5 milioni di euro, mentre dalla cessione ne ha incassati quasi 65. Se non è un esempio straordinario di gestione aziendale, beh, ditemi voi come si chiama.
Il segreto di questo successo? Semplice, una rete di osservatori sparsi in tutto il mondoche conoscono il calcio e le sue più strette divagazioni come pochi altri. A capo della struttura tecnica dei friulani c'è il direttore sportivo Fabrizio Larini, che nel giugno 2010 è subentrato a Sergio Gasparin, per qualche mese ds della Sampdoria prima di essere messo da parte dalla famiglia Garrone. Cambiano gli uomini, non cambia la strategia: investire sul domani per fare bene ed incassare oggi. Insomma, ci si diverte con le tasche piene, meglio di così.
A proposito di acquisti che non dicono nulla ai più eppure promettono faville, ecco l'elenco dei giocatori finora acquistati dall'Udinese: Mangala (Standard Liegi), Neuton (Gremio), Sissoko (Troyes), Doubal (Young Boys), Larangeira (Palmeiras) e Piriz (Nacional Montevideo). Scommettiamo che fra qualche anno qualcuno andrà a bussare alla porta di casa Pozzo per avere uno di loro in cambio di molti, moltissimi quattrini?
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