Margaret Thatcher è morta. Aveva 87 anni. È stata la prima e unica donna nel Regno Unito a ricoprire la carica di primo ministro
La sua biografia è un percorso a ostacoli affrontato con l’eleganza e la disinvoltura che solo i racconti a posteriori regalano alle eroine. Dopo, sono fili di perle, tailleur colorati e cappellini – il ritratto della Lady con l’elmetto consegnato alla Storia.
Durante, è solitudine e fatica e quotidiana convivenza con la mediocrità dell’essere umano svelata dal potere. Colpire per non soffrire, l’apprendista stregona Maggie ha dovuto imparare presto la lezione di Elisabetta I. Sempre cercando l’alchimia, dosando gli elementi come nei laboratori frequentati a Oxford per quella prima laurea in Chimica strappata con rabbia alla vita di provincia, regalata al padre droghiere che le aveva insegnato a sognare in grande. Miscelando fiducia e capacità di ascolto con una determinazione che fino a quel momento il mondo (della politica) aveva considerato appannaggio degli uomini – la battuta che la definiva “il miglior uomo d’Inghilterra” era più di una semplice “reaganata”.
Alla fine l’avrebbero tradita, ma ancora oggi il termine di paragone per generazioni di aspiranti leader resta lei, la forma madre.
“Io non sono dura, sono terribilmente morbida. Ma non persisterò nell’esserlo”, disse di sé aprendo uno dei rari spiragli sulla violenza auto-inflitta che le grandi scelte, e le grandi rinunce, esigono – dalle donne con crudele regolarità.
Se oggi le giovani donne possono rivendicare il diritto alla morbidezza, è anche merito di chi prima di loro ha dovuto rinunciarvi.
Durante, è solitudine e fatica e quotidiana convivenza con la mediocrità dell’essere umano svelata dal potere. Colpire per non soffrire, l’apprendista stregona Maggie ha dovuto imparare presto la lezione di Elisabetta I. Sempre cercando l’alchimia, dosando gli elementi come nei laboratori frequentati a Oxford per quella prima laurea in Chimica strappata con rabbia alla vita di provincia, regalata al padre droghiere che le aveva insegnato a sognare in grande. Miscelando fiducia e capacità di ascolto con una determinazione che fino a quel momento il mondo (della politica) aveva considerato appannaggio degli uomini – la battuta che la definiva “il miglior uomo d’Inghilterra” era più di una semplice “reaganata”.
Alla fine l’avrebbero tradita, ma ancora oggi il termine di paragone per generazioni di aspiranti leader resta lei, la forma madre.
“Io non sono dura, sono terribilmente morbida. Ma non persisterò nell’esserlo”, disse di sé aprendo uno dei rari spiragli sulla violenza auto-inflitta che le grandi scelte, e le grandi rinunce, esigono – dalle donne con crudele regolarità.
Se oggi le giovani donne possono rivendicare il diritto alla morbidezza, è anche merito di chi prima di loro ha dovuto rinunciarvi.
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