A proposito del film The Iron Lady,
le interpretazioni da considerare sono due, la prima è quella di
Phyllida Lloyd, regista del film. La regista rappresenta l’ex Primo
Ministro inglese Margaret Thatcher nella sua attuale dimensione
domestica, nella terza età, quella in cui lei divenuta Baronessa, preda
di una certa confusione mentale, rivive il suo passato. E così il film si
svolge in un continuo alternarsi fra scene odierne di quieta ed agiata
vita domestica e raggi di luce su un passato denso di avvenimenti che
sono nella memoria di tutti e fanno orami parte della nostra storia. E’
rimasta nella memoria collettiva la Lady di Ferro, la signora
curatissima e bionda che credeva ciecamente nel libero mercato privato,
nello smantellamento della industria di stato e dell’apparato del
welfare, con conseguenti licenziamenti, disordini di piazza, sempre
sorda ad ogni osservazione dell’opposizione, che lei ostinatamente
accusava di non produrre ricchezza e democrazia. Con particolare risalto
è riproposta la guerra per la riconquista delle lontanissime isole
Falkland, forse non necessaria da un qualunque punto di vista pratico,
ma ottima per riaccendere l’orgoglio imperiale britannico, un po’
affievolito.
Commovente la scena in cui il giovane Primo Ministro David Cameron la fa rientrare nella residenza di 10, Downing Street, dove lei visse e governò per 10 anni, fino al ‘91.
Commovente la scena in cui il giovane Primo Ministro David Cameron la fa rientrare nella residenza di 10, Downing Street, dove lei visse e governò per 10 anni, fino al ‘91.
Il verdetto del suo entourage sul film è
stato negativo: una fantasia di sinistra, un insulto alla sua immagine.
Penso che la deprecata fantasia di sinistra stia nell’insistenza sulle
immagini dei disordini di piazza, delle manifestazioni di lavoratori
licenziati etc. etc., che tuttavia sono un ricordo preciso
dell’Inghilterra degli anni ’80.
La seconda interpretazione da
considerare è quella dell’attrice che interpreta il ruolo della
protagonista, Merryl Streep. Credo che per definire le grandiattrici sia
stato spesso usato l’aggettivo Divina, è di questo aggettivo che mi
servo per definire con un termine chiaro a tutti l’interpretazione di
Merryl Streep del personaggio Margaret Thatcher. Sul web circola un
giudizio di un giornale inglese su questa interpretazione che mi piace
riportare “difficile immaginare un’attrice, seppure inglese, che potesse
fare un lavoro migliore”. Proprio così, eccellente, insuperabile
l’americana Merryl Streep nel ricreare il personaggio, nelle varie età
della vita, da giovane fino alla terza età, mutevole e ricco di
espressione il volto: duro, autorevole, autoritario, orgoglioso,
sarcastico, forte, ma anche dolce, ironico e amichevole a seconda delle
necessità, cosa non facile, visto che la Lady di ferro è entrata nella
storia negli anni ’80, quando già la politica era comunicazione
mediatica, spettacolo televisivo, fotografi e reporter al lavoro
intorno a lei, scrittori e giornalisti impegnati a studiarne pensieri ed
opere. Gran bel film, da vedere.
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