Il Molleggiato torna sui giornali cattolici e si arrampica sugli specchi. Il pubblico non perdona: contestazioni dalla platea.
Il crepuscolo del predicatore. Il Molleggiato
che tentenna, si arrampica sulle parole e si attacca ai verbi per
giustificare le sue posizioni ingiustificabili e poi incassa (nemmeno
troppo, a dire il vero) fischi e urla non lo si era mai visto.
Gianni Morandi, Ivana Mrazova e Rocco Papaleo
Con mezz'ora di ritardo, attorno alle 22:45, Adriano Celentano è salito sul palco dell'Ariston cantando (non è una precisazione da poco) Thirteen Woman.
Fino a qui, tutto liscio. Canta, gigioneggia, abbozza qualcuna delle
sue mossette che hanno fatto la storia e veste il personaggio che gli
calza meglio.
Poi impugna il microfono per continuare il suo infinito e salmodiante
monologo. Ma questa volta stecca. Il Molleggiato fa il martire, lamenta
di essere vittima di un attacco da parte della "corporazione dei media"
e poi torna a parlare dei giornali cattolici. E si incrina il mito
dell'eterno provocatore: scivola, annaspa e la platea non perdona.
Fischi, urla e contestazioni. Celentano è fuori tempo e la platea dell'Ariston non ci sta. Le celebri pause diventano momenti imbarazzati per cercare una giustificazione plausibile all'attacco a Famiglia Cristiana e Avvenire.
Alla fine cerca di appigliarsi a un condizionale che è un po' come ammettere di avere esagerato: "Non è censura dire che certi giornali andrebbero chiusi".
Una precisazione, come avevano anticipato fonti vicino all'artista, non
una scusa. Perché il Molleggiato è l'uomo che non chiede scusa mai,
neppure quando la spara troppo grossa. Arriva una salva di fischi e una
gragnuola di proteste.
"Io non ho il potere di
chiudere i giornali come qualcun altro che può chiudere altre cose.
Però potete cambiare testate cambiare nome", ha rincarato
polemicamente la dose. Poi torna in fase mistica: discetta
sull'importanza del paradiso e della vita e si ributta a bomba sulla
stampa cattolica: "Su questi temi dovrebbe basarsi un giornale che ha la presunzione di chiamarsi Famiglia cristiana o anche l’Avvenire.
Ma loro parlando di politica, della politica del mondo anzichè di Dio,
perchè Gesù era un politico come Giuda, Gesù apriva il suo cuore ai
bisognosi mentre Giuda voleva sfruttare la potenza del figlio di Dio per
fini consumistici e sete di potere, quasi come succede oggi. Perciò -
ha insistito - quando dico che andrebbero chiusi definitivamente, ho
detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura". Poi ribadisce, edulcorando, il concetto della prima serata: "Siamo in democrazia, ho espresso un mio desiderio: potete anche stare aperti, ma almeno cambiate la testata".
Una "giustificazione" poco convinta che non ha convinto nessuno e si è
capovolta in nuovo attacco. Celentano è tornato sul tema che ha
scatenato un pandemonio di critiche senza fare neppure un passo
indietro, con il risultato di risvegliare una polemica che, tra una
farfalla e una scollatura, stava quasi per spegnersi. La prima
bocciatura "istituzionale" arriva dal presidente della Rai Garimberti
che definisce "di cattivo gusto" e "totalmente fuori contesto le
teleprediche e il modo in cui sono stati toccati argomenti alti che
andrebbero toccati in diverso contesto e con ben altro livello
intellettuale". Un'istantanea dell'aria che si respira in casa Celentano
in questi giorni festivalieri la restituisce Claudia Mori che, uscendo dal teatro, ha incontrato il consigliere d'amministrazione di viale Mazzini Antonio Verro
e lo ha ringraziato "per la buffonata di questi giorni". E i Celentano
scivolano ancora sulle parole. E quella di suo marito come si
chiamerebbe?
Per tutto il pomeriggio l'attesa per il nuovo monologo è stata alta.
#cosadiràcelentano si interrogava il popolo di Twitter e tutti i
giornali on line, compreso il nostro, si chiedevano quale tipo di bomba
avrebbe sganciato il Molleggiato, quale altro mito avrebbe provato a
distruggere.
La risposta era più facile del previsto: Adriano Celentano.
http://www.ilgiornale.it/interni/e_stasera_chi_se_prendera_celentanosanremo_attesa_nuova_predica/18-02-2012/articolo-id=572910-page=0-comments=1
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