Festival, bufera dopo il delirio del Molleggiato. Rabbia Cei e Avvenire, la Rai commissaria la kermesse, Lei e Garimberti si dissociano. E il premier attacca
Adriano Celentano avrà il suo bis a
Sanremo. E' la nuova puntata della commedia, anzi della farsa
orchestrata dalla Rai sul palco dell'Ariston. Prima l'ora di
telepredicozzi del Molleggiato nella serata inaugurale del Festival,
lunedì sera. Quindi le polemiche infinite per i contenuti del suo
sgangherato sermone. Le minacce di commissariamento di viale Mazzini
sulla kermesse che di canoro, finora, ha avuto ben poco. E infine le
indiscrezioni, dopo le altre voci e le smentite, che vogliono Adriano di
nuovo in tv: è ancora mistero in quale serata, ma tornerà. Celentano
potrebbe calcare nuovamente il palco dell'Ariston già stasera, mercoledì 15
febbraio, o in una delle successive serate. Salgono le quotazioni per
la finalissima di sabato, anche se le parole espresse stasera su Twitter
dal premier Mario Monti potrebbero rappresentare il de profundis del
Molleggiato a Sanremo: "trovo inappropriato e indecoroso che un festival
canoro venga utilizzato per esprimere opinioni personali davanti a
milioni di telespettatori" ha twittato
Supermario.
Supermario.
Show grottesco - Ieri
sera Sanremo non era ostaggio della Guardia di Finanza, ma del
Molleggiato, protagonista di un'occupazione psuedo-militare della
televisione di Stato (a cominciare dalla scenografia di guerra che ha
introdotto la sua performance. Celentano ha parlato per un'ora, ha avuto
carta bianca, senza interruzioni pubblicitarie. Il risultato:
spacconate e porcherie. Il cantante, oltre all'inglese disastroso
esibito negli intermezzi canori, si è distinto per aver attaccato
Chiesa, giornali cattolici ("Avvenire e Famiglia Cristiana dovrebbero
chiudere"), Monti, i giudici, la Consulta. Ma le bombe che ha sganciato
sull'Italia cattolica hanno sollevato una vera e propria rivolta. Per
prima la consueguenza più macroscopica: il direttore generale della Rai
ha di fatto commissariato il Festival, chiamando Antonio Marano a
coordinare il Festival. Anche il direttore di Rai1, Mauro Mazza, ha
preso le distanza dal Molleggiato: "La chiusura di un qualsiasi giornale
non si invoca mai, sono cose brutte e ad ascoltarle si avvertono i
brividi lungo la schiena". Mazza, dopo il monologo di martedì sera,
aveva applaudito tiepidamente Celentano ed è stato tra i pochi a non
alzarsi in piedi all'Ariston. Durissime anche le reazioni del mondo
cattolico e dei quotidiani attaccati dal cantante.
La Rai si dissocia - I vertici della Rai nel corso della giornata si sono dissociati dallo show di Celentano. Il dg Lorenza Lei ha chiamato il direttore di Famiglia Cristiana, Don Sciortino, per scusarsi di quanto detto dal Molleggiato. Lo ha rivelato lo stesso Don Sciortino al programma radiofonico Un giorno da pecora. "La Lei ha detto che quanto era avvenuto era grave, e che chiedeva a scusa a nome della Rai", ha spiegato Don Sciortino. Quindi il presidente di Viale Mazzini, Paolo Garimberti, durissimo contro il Molleggiato: "La libertà è sacra ed è sacra anche quella di Adriano Celentano. La libertà però deve essere esercitata - dice il presidente Rai - con responsabilità e rispetto. Perchè altrimenti non è libertà, è qualcosa di profondamente diverso che rende persino le provocazioni insopportabili". Garimberti definisce altrettanto "intollerabile insultare qualcuno che non può rispondere" e "non si possono poi denigrare istituzioni come la Corte Costituzionale, stravolgendo il senso del suo operato: citare parzialmente l’articolo uno della Carta affermando che la 'sovranità appartiene al popolò senza completarlo aggiungendo 'che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzionè è un’operazione di disinformazione da cui la Rai, che è Servizio Pubblico, non può che dissociarsi".
Cei: "Celentano un ignorante" - Secondo il Sir, l'agenzia stampa della Cei, "quando l'ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità. Ieri sera, in apertura del Festival di Sanremo, i giudizi di Adriano Celentano su due testate cattoliche nazionali da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui". Quindi le parole di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire: "Se l’è presa con i preti e con i frati (tutti tranne uno) 'che non parlano del Paradiso. E se l’è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana 'che vanno chiusi'. Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero. Dunque, andiamo chiusi anche noi. Buona idea: così a tutti questi poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime briciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo. Viva Sanremo e viva la Rai. P.S. Naturalmente, caro Celentano, continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis".
Famiglia Cristiana: "Attivista dell'ipocrisia" - Pesantissima anche la replica di Famiglia Cristiana:
"Adriano Celentano è solo un piccolo attivista dell’ipocrisia, un finto
esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue
vendette private". Questa la replica al Molleggiato che "con l'avallo
della Rai, pontifica su preti e frati che non sanno parlare alla gente,
insulta il nostro giornale e quello della Cei che neanche si
occuperebbero di fede e religione, tratta Grasso da deficiente". Ma poi
chiude il suo ragionamento con un’apertura inattesa: "Celentano vuole
parlare di fede? Venga pure a parlarne anche su Famigliacristiana.it e
su Famiglia Cristiana". Il settimanale dei paolini tiene a ricordare
quanto scritto in precedenza contro l’ingaggio offerto dalla Rai
all’artista e osserva che "più o meno lo stesso hanno scritto Avvenire e
sul Corriere, caricando la dose, quello che è il maggior critico
televisivo in Italia, Aldo Grasso". Ma "il lato incredibile della
vicenda - spiega la nota - è che la Rai butti l'equivalente di un
miliardo e mezzo delle vecchie lire, che Celentano sia autorizzato a
spargere velenose menzogne, che un repertorio da agit-prop venga
contrabbandato come lezione magistrale. Povera Rai, una volta di più,
con quella prima fila di papaveri che alla fine del vaniloquio si alzano
in piedi per applaudire, invece di tirare ortaggi".
http://www.liberoquotidiano.it/news/935029/Monti-contro-Celentano-uso-Sanremo-vergognoso.html
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