Calci paralleli
La stagione calcistica sta cambiando il destino di Lecce e Napoli come non era immaginabile
In classifica generale sono separati da 13 punti. In
quella personale da 2 milioni e 300mila euro, quelli che conducono da
Walter Mazzarri (il tecnico meglio pagato della serie A insieme con
Massimiliano Allegri: 2 milioni e mezzo) a Serse Cosmi, l'allenatore più
a buon mercato dell'intero campionato, con i suoi 200mila euro. Vero
che li guadagna in un arco temporale minore, visto che a Lecce l'hanno
chiamato a inizio dicembre. Ma la differenza (enorme) resta. Come resta
ampia la differenza di obiettivi. Il 2012 si sta però divertendo a
mescolare le carte e le certezze si trasferiscono da Napoli a Lecce in
maniera inversamente proporzionale agli ingaggi dei due.
A Mazzarri occorre dare atto di vivere in una
situazione complicata, perché complicata è la città: gli assalti della
microcriminalità a giocatori-fidanzate-agenti; gli intrecci con un tifo
cui i clan non sono indifferenti; una realtà che vira velocemente
dall'esaltazione alla depressione in base a un solo risultato. Non è
semplice lavorare a Napoli, perché la Champions League è retaggio troppo
recente e la Coppa Italia considerata un ripiego. Conta di più lo
scudetto, tornare primi in serie A e non aiuta vedere una squadra
lontana dalle prime quando il girone di ritorno è appena iniziato. E non
aiuta neppure la ricerca di una via di fuga, sport nazionale in cui
Mazzarri se la cava egregiamente. Perché quando arrivano le sconfitte la
colpa è sempre di altri fattori. Possono essere "gli impegni faticosi
in Europa", ricordati dopo
lo stop di Genova: impegni messi alle spalle a inizio dicembre e da
riprendere a fine febbraio, tra l'altro. Può essere
"una squadra settima nella classifica degli ingaggi e quindi settima in
campionato", come sottolineato dopo il pareggio di Siena. Ma a Napoli
la memoria è lunga e qualcuno è andato a ripescare la graduatoria degli
stipendi degli allenatori, domandandosi perché la squadra non abbia
classifica pari a quella del tecnico.
Una classifica – privata e generale – che Cosmi
sta invece cercando di ribaltare con tutte le forze, dando più
importanza alla squadra che a se stesso. Troppo spesso in passato
l'attenzione si è concentrata sulla sua persona: l'eterno cappellino
oggi divenuto una coppola, le dichiarazioni ruspanti intagliate con
l'accetta, la fama per l'imitazione di Maurizio Crozza, il tifo scoperto
per la Roma (con relativi insulti – ricambiati – all'Olimpico a ogni
trasferta laziale). Più un male che un bene, andato a indebolire una
carriera costruita sulla fatica e intessuta di presidenze pericolose:
Gaucci, Preziosi, Corioni, Spinelli, Zamparini. Manca soltanto Cellino
per completare la collezione. Quando il Lecce l'ha chiamato, sembrava la
mossa della disperazione: non tanto per l'ultimo posto quanto,
piuttosto, per la scelta dell'uomo, reduce da tre brucianti esoneri
consecutivi. Due mesi dopo, con i primi due successi (chiedere
all'Inter, frenata nelle sue ambizioni) e con due posizioni di
classifica scalate, la mossa non pare più tale. Così Cosmi torna a
divertirsi, chiedendo per
completare l'opera. Quella che Mazzarri rischia invece di lasciare
incompiuta, come capitato alla Sampdoria. E, oggi come allora, il
disamoramento può avere come orizzonte ultimo il divorzio.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/12096
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