LA STORIA
Resi pubblici dopo 30 anni i documenti passati nel 1981 da Downing Street: dall'allarme sulle Falkland alle rivolte popolari, che ricordano quelle di quest'anno, fino ai veti sul discorso del Papa. Senza dimenticare quelle criticate spese...
LONDRA - Oggi in Gran Bretagna l'orologio è tornato
indietro di trent'anni, a un 1981 segnato dalla baronessa Margaret
Thatcher, allora al terzo degli undici anni nei quali fu primo ministro.
Merito dei documenti emersi dagli Archivi nazionali in base alla legge
che ne permette la pubblicazione a trent'anni dalla compilazione, e dei
nuovi dettagli che rivelano su molti degli avvenimenti di allora, dalle
rivolte esplose in quell'anno di piena recessione economica nel
quartiere londinese di Brixton per poi dilagare a Manchester, Liverpool e
in molti altri centri, alle preoccupazioni sulle isole Falkland e i
retroscena della preparazione per la visita di Papa Wojtyla.
Dopo le rivolte dell'81, che già in molti hanno rievocato durante l'esplosione dei disordini di quest'estate 1, partiti sempre da Londra, il governo si mobilitò e fra le contromisure ci fu quella proposta da un gruppo di tories che arrivò a pensare a un "declino pilotato" di aree urbane deprivate come Liverpool.
La Thatcher rifiutò, come rifiutò, alla vigilia del matrimonio reale fra Carlo e Diana - che di nuovo avvicina il 1981 al 2011 - ogni ipotesi di uso dell'esercito in strada, nonostante fosse in corso una seconda ondata di disordini a Liverpool, e cercò piuttosto di rispondere alle richieste della polizia, che allora come ora voleva essere attrezzata meglio, con cannoni ad acqua, pallottole di gomma, manganelli.
Nello stesso anno, poi, l'unico primo ministro donna della storia britannica ricevette un avviso più che argomentato dai servizi segreti riguardo alla situazione delle isole Falkland. In seguito ai tagli dei fondi per la Marina britannica, avvisavano i servizi, le isole contese davanti alle coste dell'Argentina sarebbero rimaste sguarnite di difese e il rischio che accadesse qualcosa diventava serio. L'anno dopo, infatti, l'Argentina occupò le isole e ci fu la guerra.
Quello fu anche l'anno della morte per sciopero della fame dell'attivista irlandese Bobby Sands, rinchiuso nel carcere irlandese di Maze. E i documenti rivelano ora che il "problema Irlanda del Nord" fu uno dei due elementi per i quali la Thatcher decise di porre il veto a un discorso di Papa Giovanni Paolo II alle Camere inglesi durante una visita ufficiale in Gran Bretagna, già prevista per il 1982. L'altro fu l'osservazione, vecchia di secoli, che nel Regno Unito c'è una Chiesa ufficiale della quale il Papa di Roma non è il capo.
I documenti rivelano anche come la Thatcher cercò di porre fine allo sciopero della fame di Maze, che era collettivo e fra marzo e agosto fece 10 morti. In quei mesi, il governo offrì inutilmente una trattativa all'Ira e discusse dell'ipotesi di un'alimentazione forzata degli scioperanti.
Altro argomento, le spese sostenute dallo staff per il nuovo arredo di Downing Street, questa volta risalenti al 1979, quando la Thatcher iniziò il primo dei suoi tre mandati. Il conto era stato di 1.736 sterline, delle quali 464 erano state spese per nuove lenzuola e cuscini, 123 per ripulire i mobili e 19 per un nuovo asse da stiro. Fu reso pubblico dopo un'interrogazione ai Comuni e la Thatcher si infuriò, prese il foglio dattiloscritto e annotò a penna ciò che ora tutti possono leggere: "Per cominciare, noi usiamo una sola camera da letto, il resto può andare in magazzino. Pagherò io l'asse da stiro". I giornali di ieri non si facevano sfuggire il dettaglio del primo ministro fotografata con in mano il ferro da stiro, titolando sul gioco di parole della Lady di ferro, iron, che diventa Ironing Lady: la Lady che stira.
Un modo per ricordare comunque stile, metodo e carattere di una Thatcher che il prossimo ottobre compirà 87 anni e la cui immagine viene tuttora appassionatamente difesa. È di questi giorni la richiesta di un dibattito parlamentare in merito a "The Iron Lady", il film in uscita il prossimo cinque gennaio.
Film che parte dall'attualità per tornare poi indietro con i ricordi insieme all'anziana duchessa, della quale il personaggio interpretato da Maryl Streep non nasconde la condizione mentale, affetta com'è da demenza senile.
In testa a chi protesta c'è il parlamentare conservatore George Wilson, che accusa "The Iron Lady" di essere "invadente e scorretto" e chiede un dibattito sul tema del "rispetto, delle buone maniere e del buon gusto". Il capo della Camera dei Comuni, Sir George Young, ha risposto a Wilson concordando sull'apertura del dibattito, dati i "punti di vista conflittuali" sull'opera.
Tempo fa, dando invece voce ai malumori della sinistra, l'editorialista Michele Hanson ha scritto sul Guardian: "Ci ricorderemo chi è stata? La folle privatizzatrice che aveva una convinzione quasi religiosa che il mercato fosse il meccanismo perfetto dell'organizzazione sociale, che pensava che la mera ambizione fosse un bene, che sapeva come far leva sui nostri più spregevoli desideri, che ci ha trasformato in una nazione di orrendi egoisti". Davvero un altro punto di vista.
Dopo le rivolte dell'81, che già in molti hanno rievocato durante l'esplosione dei disordini di quest'estate 1, partiti sempre da Londra, il governo si mobilitò e fra le contromisure ci fu quella proposta da un gruppo di tories che arrivò a pensare a un "declino pilotato" di aree urbane deprivate come Liverpool.
La Thatcher rifiutò, come rifiutò, alla vigilia del matrimonio reale fra Carlo e Diana - che di nuovo avvicina il 1981 al 2011 - ogni ipotesi di uso dell'esercito in strada, nonostante fosse in corso una seconda ondata di disordini a Liverpool, e cercò piuttosto di rispondere alle richieste della polizia, che allora come ora voleva essere attrezzata meglio, con cannoni ad acqua, pallottole di gomma, manganelli.
Nello stesso anno, poi, l'unico primo ministro donna della storia britannica ricevette un avviso più che argomentato dai servizi segreti riguardo alla situazione delle isole Falkland. In seguito ai tagli dei fondi per la Marina britannica, avvisavano i servizi, le isole contese davanti alle coste dell'Argentina sarebbero rimaste sguarnite di difese e il rischio che accadesse qualcosa diventava serio. L'anno dopo, infatti, l'Argentina occupò le isole e ci fu la guerra.
Quello fu anche l'anno della morte per sciopero della fame dell'attivista irlandese Bobby Sands, rinchiuso nel carcere irlandese di Maze. E i documenti rivelano ora che il "problema Irlanda del Nord" fu uno dei due elementi per i quali la Thatcher decise di porre il veto a un discorso di Papa Giovanni Paolo II alle Camere inglesi durante una visita ufficiale in Gran Bretagna, già prevista per il 1982. L'altro fu l'osservazione, vecchia di secoli, che nel Regno Unito c'è una Chiesa ufficiale della quale il Papa di Roma non è il capo.
I documenti rivelano anche come la Thatcher cercò di porre fine allo sciopero della fame di Maze, che era collettivo e fra marzo e agosto fece 10 morti. In quei mesi, il governo offrì inutilmente una trattativa all'Ira e discusse dell'ipotesi di un'alimentazione forzata degli scioperanti.
Altro argomento, le spese sostenute dallo staff per il nuovo arredo di Downing Street, questa volta risalenti al 1979, quando la Thatcher iniziò il primo dei suoi tre mandati. Il conto era stato di 1.736 sterline, delle quali 464 erano state spese per nuove lenzuola e cuscini, 123 per ripulire i mobili e 19 per un nuovo asse da stiro. Fu reso pubblico dopo un'interrogazione ai Comuni e la Thatcher si infuriò, prese il foglio dattiloscritto e annotò a penna ciò che ora tutti possono leggere: "Per cominciare, noi usiamo una sola camera da letto, il resto può andare in magazzino. Pagherò io l'asse da stiro". I giornali di ieri non si facevano sfuggire il dettaglio del primo ministro fotografata con in mano il ferro da stiro, titolando sul gioco di parole della Lady di ferro, iron, che diventa Ironing Lady: la Lady che stira.
Un modo per ricordare comunque stile, metodo e carattere di una Thatcher che il prossimo ottobre compirà 87 anni e la cui immagine viene tuttora appassionatamente difesa. È di questi giorni la richiesta di un dibattito parlamentare in merito a "The Iron Lady", il film in uscita il prossimo cinque gennaio.
Film che parte dall'attualità per tornare poi indietro con i ricordi insieme all'anziana duchessa, della quale il personaggio interpretato da Maryl Streep non nasconde la condizione mentale, affetta com'è da demenza senile.
In testa a chi protesta c'è il parlamentare conservatore George Wilson, che accusa "The Iron Lady" di essere "invadente e scorretto" e chiede un dibattito sul tema del "rispetto, delle buone maniere e del buon gusto". Il capo della Camera dei Comuni, Sir George Young, ha risposto a Wilson concordando sull'apertura del dibattito, dati i "punti di vista conflittuali" sull'opera.
Tempo fa, dando invece voce ai malumori della sinistra, l'editorialista Michele Hanson ha scritto sul Guardian: "Ci ricorderemo chi è stata? La folle privatizzatrice che aveva una convinzione quasi religiosa che il mercato fosse il meccanismo perfetto dell'organizzazione sociale, che pensava che la mera ambizione fosse un bene, che sapeva come far leva sui nostri più spregevoli desideri, che ci ha trasformato in una nazione di orrendi egoisti". Davvero un altro punto di vista.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/12/30/news/thatcher_archivi-27407888/?ref=HREC2-3
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