mercoledì 11 gennaio 2012

Squilibri globali e disuguaglianza interna, di Kemal Derviş

WASHINGTON – Sebbene la questione di come affrontare gli squilibri dei conti correnti sia stata per anni al centro di dibattiti a livello ufficiale, tali squilibri hanno comunque rappresentato una delle principali preoccupazioni economiche per tutto il 2011. Nel complesso, rispetto al periodo precedente alla crisi, tali squilibri erano senza dubbio di entità minore, ma non del tutto scomparsi. Ora, alcuni di questi stanno riemergendo di pari passo con la disuguaglianza all’interno di diversi paesi: un legame non del tutto casuale.
Sono frequenti gli appelli a favore di un processo di riequilibrio attraverso il quale i mercati emergenti con surplus di pagamenti, (la Cina è il paese più menzionato in questo contesto), dovrebbero stimolare la domanda interna in modo tale da permettere ai paesi avanzati, (gli Stati Uniti quale paese più grande), di ridurre il proprio deficit ed il debito pubblico, diminuendo in tal modo i rischi per una ripresa economica. La domanda estera netta creata da una riduzione del surplus della bilancia dei pagamenti all’estero compenserebbe in parte l’indebolimento della domanda pubblica negli Stati Uniti e in altri paesi con un debito elevato, insieme ad una stretta della politica fiscale.
Tuttavia non ci si dovrebbe concentrare solo sui deficit dei conti correnti nei paesi avanzati e sui surplus dei paesi emergenti. Diverse economie di mercato emergenti, tra cui India, Sudafrica, Brasile e Turchia, registrano infatti al momento un deficit dei conti correnti, mentre molti paesi avanzati hanno un surplus di conto corrente. Sebbene infatti il surplus della Germania sia stato ampiamente pubblicizzato sin dall’inizio della crisi dell’eurozona, anche il Giappone, i Paesi Bassi, la Norvegia e la Svezia hanno registrato un avanzo.
Pertanto, se da un lato un processo di riequilibrio globale richiede, in effetti, una riduzione degli avanzi, dall’altro non basta semplicemente diminuire i surplus delle economie di mercato emergenti per fare in modo che vi sia una riduzione equivalente dei deficit dei paesi avanzati. Con l’inizio del 2012 poi, una riduzione del surplus tedesco potrebbe essere più urgente di una riduzione del surplus della Cina dato che la riduzione dell’avanzo tedesco potrebbe comportare dei benefici più immediati per l’Europa dove ci sono i rischi maggiori per una ripresa globale.
Inoltre, il renminbi cinese si trova ad affrontare un considerevole apprezzamento reale ed un aumento dell’inflazione molto più rapido rispetto agli Stati Uniti o all’eurozona. E’ pur vero che l’euro “tedesco” sta perdendo valore nonostante l’ampio surplus della Germania essendo anche la valuta dei paesi dell’Europa del Sud che sono in seria difficoltà-
I surplus dei conti correnti tedesco e cinese vengono considerati come un ostacolo alla ripresa in quanto sottraggono parte della domanda effettiva potenziale mondiale e contribuiscono al superamento dei “risparmi pianificati” sugli “investimenti pianificati”: una ricetta perfetta per aumentare la pressione recessionaria. Ma la crescente concentrazione del reddito e della ricchezza all’interno di diversi paesi, soprattutto gli Stati Uniti, dovrebbe far sorgere delle preoccupazioni di natura keynesiana.   
Una crescente concentrazione del reddito e della ricchezza può essere vista come uno squilibrio “interno” simile, per alcuni versi, agli squilibri “esterni” dei conti correnti perché le categorie dei redditi più elevati tendono a risparmiare gran parte delle loro entrate. Lo spostamento ora in atto delle entrate verso le fasce con redditi più elevati porterà quasi sicuramente ad un risparmio complessivo più elevato che dovrebbe essere compensato da maggiori investimenti, maggiori esportazioni nette o maggiori spese pubbliche per evitare la pressione recessionaria.
Mentre il livello di disuguaglianza varia ampiamente a livello mondiale, la tendenza verso una maggiore concentrazione al top sembra essere generale, e sono invece i cambiamenti nella concentrazione che possono portare ad una modifica dei risparmi pianificati. E’ quasi certo che la tendenza ora in atto verso una concentrazione del reddito dovrebbe portare ad una pressione deflazionaria ovunque si verifichi.
Ovviamente ci sono altri fattori, tra cui le politiche statali, in grado di compensare tale pressione. Negli Stati Uniti dei tassi di interesse bassi ed un consumo finanziato dal debito da parte delle fasce di reddito inferiore, entrambi incoraggiati da una politica statale e dalle pratiche nel settore finanziario, hanno compensato il risparmio eccessivo al top durante gli anni precedenti la crisi. In questo modo, nonostante i livelli record di concentrazione del reddito, gli USA sono arrivati a registrare un consistente deficit di conto corrente. In Cina invece, le esportazioni nette e gli investimenti finanziati dal governo hanno assicurato un’espansione costante, e anche in Germania le esportazioni nette sono aumentate.
Ciò nonostante, lo spostamento del reddito verso le fasce di risparmio elevato e l’aumento dei surplus di conto corrente sembrerebbero produrre, di primo acchito, un effetto simile sul risparmio aggregato a livello mondiale. Ovviamente, è solo il primo effetto ad essere simile. Successivamente, molto dipende dalla capacità del surplus di conto corrente di creare un accumulo ulteriore di riserve, da maggiori investimenti all’estero, dalla modalità di spesa delle diverse fasce di reddito in termini di importazioni e beni nazionali e dal tipo di politiche macroeconomiche implementate.
Il contesto complessivo degli squilibri deve arrivare a considerare la propensione alla spesa sulle importazioni e sui beni nazionali nei diversi paesi e l’equilibrio tra i risparmi statali e privati. Inoltre, è necessario integrare le nostre preoccupazioni per gli “squilibri globali” con un’analisi su come la crescente concentrazione del reddito possa portare a “squilibri interni” e ad una pressione recessionaria ugualmente importanti.
Questi squilibri sono legati tra di loro e rappresentano entrambi una minaccia per una crescita rapida e sostenibile. E’ necessario analizzare e discutere insieme sia gli squilibri globali che la crescente disuguaglianza interna. Solo in questo modo sarà poi possibile affrontare entrambe le questioni in modo efficace.

http://www.project-syndicate.org/commentary/dervis6/Italian

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