martedì 4 settembre 2012

"Discorso della flagellazione", di S.M. Luigi XV di Francia e di Navarra

3 marzo 1766

La magistratura non forma un corpo né un ordine separato 
dai tre ordini del Regno; i magistrati sono miei funzionari, 
incaricati di sollevarmi dal dovere veramente regale di 
rendere la giustizia ai miei sudditi, funzione che li lega alla 
mia persona e che li renderà sempre raccomandabili ai 
miei occhi. […]

“Tentare di erigere in principio delle novità così perniciose, è 
fare ingiuria alla magistratura, smentire la sua istituzione, 
tradire i suoi interessi e disconoscere le vere leggi 
fondamentali dello Stato.


“Come se fosse lecito dimenticare che soltanto nella mia persona 
risiede il potere sovrano, il cui carattere peculiare è lo spirito di 
consiglio, di giustizia e di ragione; che soltanto da me le mie 
corti traggono esistenza e autorità; che la pienezza di tale 
autorità, che esse esercitano esclusivamente in nome mio, 
rimane sempre in me e il suo uso non può mai essere rivolto 
contro di me; che a me soltanto appartiene il potere legislativo, 
senza dipendenze, né spartizioni; che soltanto grazie alla mia 
autorità i magistrati delle mie corti procedono, non alla 
formazione, ma alla registrazione, pubblicazione ed esecuzione 
della legge, e che è loro permesso di farmi rimostranze ciò che è 
dovere di buoni e fedeli consiglieri; che l’ordine pubblico emana 
interamente da me, che ne sono il guardiano supremo; che il 
mio popolo fa tutt’uno con me e che i diritti e gli interessi della 
nazione, di cui si osa fare un corpo separato dal monarca, sono 
necessariamente uniti con i miei e risiedono esclusivamente 
nelle mie mani.”

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