martedì 2 ottobre 2012

Corte dei Conti: «Rigore e tasse una terapia costosa e inefficace»

L'audizione sul Def alla Camera del presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino

Luigi Giampaolino 

L'eccesso di austerity e rigore nella finanza pubblica, accompagnato da un aumento delle tasse, è una «terapia molto costosa e in parte inefficace». È quanto ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in un'audizione sul Documento di economia e finanza alla Camera dei deputati. «La somministrazione - ha detto Giampaolino - di dosi crescenti di austerità e rigore al singolo paese, in assenza di una rete protettiva di coordinamento e solidarietà, e soprattutto se incentrata sull'aumento del prelievo fiscale, si rivela alla prova dei fatti una terapia molto costosa e in parte inefficace. E che neppure - ha aggiunto - offre certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie».

ALLARME - Non solo. Secondo il presidente della Corte dei Conti, è proprio l'economia reale a non riuscire più a sostenere il peso delle manovre correttive approvate per risanare i conti pubblici. «Si è di fronte - ha sottolineato - a evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte; si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l'economia reale non riesce più a sopportarne il peso». A stretto giro gli ha risposto il ministro dell'Economia Vittorio Grilli: «Più che un corto circuito - ha detto - c'è una compatibilità tra rigore e crescita». A margine del Forum della cooperazione Grilli ha spiegato che «la crescita senza rigore è come costruire una casa sulla sabbia».

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