giovedì 11 ottobre 2012

Scelte tormentate, di Enrico Marro

L'EDITORIALE

La manovra decisa dal governo Monti è fatta con i tagli della spesa. Spesso simbolici ma sempre utili

Non è una stangata vecchia maniera. E meno male, perché il Paese non l'avrebbe sopportata. Quella decisa nella notte dal governo è una manovra fatta in gran parte con tagli della spesa. E verrà ridotta l'Irpef, anche se l'Iva aumenterà di un punto. Proprio ieri l'Istat ha certificato che la capacità di acquisto delle famiglie è scesa al minimo dal 2000 e quella di risparmio ha anch'essa toccato il fondo. L'economia italiana ha davanti una montagna da scalare. Per la ripresa bisognerà aspettare il 2014, ha confermato sempre ieri il Fondo monetario internazionale. A maggior ragione non è stato serio lo spettacolo al quale hanno assistito ieri sera milioni di telespettatori con il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, che va a Ballarò e annuncia, mentre è ancora in corso il Consiglio dei ministri, il taglio dell'Irpef e Palazzo Chigi che, poco dopo, smentisce categoricamente, salvo poi prendere per fortuna altre decisioni.

In questo contesto arriva una manovra che ha la forte impronta di Enrico Bondi, il commissario per la revisione della spesa pubblica voluto dal presidente del Consiglio. Grazie a lui la spending review è passata dalle discussioni accademiche alle misure concrete. Ecco allora il giro di vite sulle consulenze, il blocco degli acquisti di immobili da parte delle pubbliche amministrazioni, il divieto di comprare o affittare altre auto blu fino alla fine del 2014 (e ci mancherebbe!), le disposizioni per lo spegnimento delle luci negli uffici pubblici la notte (ma non ci si poteva pensare prima?) e perfino dei lampioni, dove possibile. Talvolta misure simboliche, ma sempre utili. Così come è giusto che Monti abbia scelto la linea dura sulla riscossione delle multe per le quote latte, richiamando in campo Equitalia. Un atto doveroso nei confronti degli allevatori onesti.

E ci voleva anche l'adesione alla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Con la scelta dell'Italia sono infatti 11 i Paesi europei favorevoli e ciò può aiutare a vincere resistenze di bottega come quelle del Regno Unito. Se siamo tutti d'accordo che un eccesso di finanza ha arricchito solo gli speculatori e precipitato nella crisi gli Stati e le famiglie, non si vede perché il Fisco dovrebbe voltarsi dall'altra parte. Infine, non è molto, ma può aiutare, lo stanziamento di 1,6 miliardi per detassare il salario di produttività.

Restano i punti dolenti. Tagliare un altro miliardo e mezzo alla Sanità può avere un senso solo se si tratta di sprechi, ma chi ce lo garantisce con queste Regioni? Non è che finirà con nuove addizionali e ticket o con liste d'attesa più lunghe in ospedali e ambulatori? Attenzione anche al riordino delle agevolazioni fiscali, per non colpire i più deboli. Sappiamo inoltre che il decreto Bondi di luglio sta incontrando mille resistenze, sul taglio delle Province e dei dipendenti pubblici. Anche le misure di ieri richiedono una miriade di provvedimenti applicativi. Gli inciampi si nascondono nei dettagli. Vedremo quante decisioni incideranno davvero e quante invece rimarranno sulla carta. Intanto prendiamoci il taglio dell'Irpef e proviamo a ripartire.


http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_10/scelte-tormentate-marro_a6605200-1297-11e2-9375-5d5e6dfabc1a.shtml

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