sabato 15 ottobre 2011

L’establishment schizofrenico che sta con la Bce e con gli indignados, di Francesco Forte


Ha ragione Silvio Berlusconi quando afferma che non esistono alternative all’attuale governo. L’esecutivo ha attuato una politica di bilancio di rigore, che si appresta al pareggio nel 2013, secondo la richiesta della Bce che di ciò ha bisogno per poter comprare i nostri titoli pubblici, dato che il suo statuto le vieta di finanziare i deficit degli stati membri, e lo strappo fatto a questa regola per la Grecia, il Portogallo e la Spagna è già troppo per aggiungervi quello per l’Italia, che ha un debito di volume assoluto molto maggiore.

E solo un presidente del Consiglio
 con l’autorità di Berlusconi, a capo di un partito di centrodestra può imporre l’attuazione di una maxi manovra come quella adottata e per di più far votare la regola costituzionale del pareggio di bilancio. Inoltre mentre il governo Berlusconi con l’articolo 8 dell’ultimo decreto ha risposto alla richiesta della Banca centrale europea di adottare regole di flessibilità nei contratti di lavoro aziendali per dare luogo a una maggior produttività e prospettiva di crescita, il presidente uscente di Confindustria Emma Marcegaglia ha tentato di mettersi di traverso, quasi costringendo di fatto sia Fiat che altre imprese a uscire dalla confederazione degli industriali. E’ però vero che a causa delle resistenze di una parte della Lega nord Berlusconi non è, al momento, in grado di attuare un innalzamento dell’età per le pensioni, agendo su quelle di anzianità e accelerando l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne, come la Bce giustamente chiede non potendo spiegare facilmente ai tedeschi che hanno attuato queste riforme perché bisogna aiutare l’Italia che non riduce il debito pensionistico.

Ma a questa richiesta della Bce si oppone
 anche il Pd, come ha dichiarato Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato. Finora questo governo non è riuscito a varare consistenti misure pro crescita, mediante privatizzazioni e liberalizzazioni. Sembrava che ci fosse uno schieramento di “illuminati”, che avrebbero potuto mobilitare le migliori energie del paese su un programma che contemplasse le riforme strutturali e le misure pro crescita.
Non era chiaro su quale maggioranza avrebbero potuto contare. E per quel che mi riguarda non ho capito come si possa rilanciare l’economia di mercato annunciando nuove patrimoniali, come se la certezza dei tributi e il ricorso a migliori accertamenti (concetto diverso della deterrenza delle evasioni mediante pene detentive) non fossero le basi di una finanza conforme al mercato assieme alla moderazione del peso fiscale.

Ma ora, dopo le manifestazioni degli indignati,
 da Luca Cordero di Montezemolo a Massimo Giannini di Repubblica, e tutti i politici e commentatori che fino a qualche ora fa premevano sul governo per applicare le riforme proposte dalla Bce spiegano che “comprendono” gli autori della protesta che vorrebbero occupare Banca d’Italia, altro che seguirne i suggerimenti. Quanto a Diego Della Valle è contrario all’articolo 8 e Fausto Raciti segretario dei giovani del Pd annuncia che loro oggi scenderanno in piazza con gli indignati. Gli illuminati hanno spento i lumi. E c’è solo il second best di Berlusconi.

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