venerdì 25 novembre 2011

Fate con calma, di Stefano Di Michele


Il titolo con cui abbiamo deciso di aprire la prima pagina del Sole 24 Ore di oggi l’ho rubato a una canzone di Angelo Branduardi (quando c’era Riotta qui si sentiva solo Bob Dylan: cambiato il direttore, cambiato disco) che fa: “State calmi adesso bambini / facciamo un po’ di silenzio…”. Ecco, l’invito che mi sento di rivolgere al Professor Senatore Presidente Monti e al suo esecutivo tutto è proprio questo: “State calmi adesso ministri…”. E’ la calma il fondamento di ogni rinascita, è la calma che sola potrà convincere gli investitori della solidità e affidabilità dei titoli sovrani italiani, è la calma la via maestra sempre. “Calma e gesso”, direbbero i cari consociati dell’Associazione nazionale costruttori. “Calma e ansiolitici”, hanno raccomandato durante la loro ultima assemblea gli amici di Farmindustria. E’ il mondo dell’impresa tutta che chiede al governo di fare con calma, di agire con imperturbabilità, di muoversi con placidità.
Certo di non infrangere alcuna riservatezza istituzionale, vorrei rivelare il senso di una mia conversazione con il Capo dello Stato, quando concordammo che per imbrigliare lo spread (il cui ulteriore differenziale, si rammenti, aggrava i conti di altri 3-4 miliardi) la cosa migliore è agire come si fa per acchiappare il capitone a Napoli durante le feste natalizie: girargli appunto intorno con calma, guardarlo senza ansia, scrutarlo manifestando scarso interesse. E di colpo, quando la bestia si è completamente rilassata, afferrarla a tradimento. E a quel punto tenerla tra le mani con calma fermezza, perché nell’agitazione potrebbe scivolare via, e scappare sotto il divano o dietro la consolle dell’ingresso. E lo spread, viscido non meno del capitone, guizza, scivola, sguscia: lo prendi a 472, ti sfugge, e quando lo recuperi da sotto il letto sta a 552. Né col capitone né con lo spread, caro Monti, si scherza. Perciò, agire ma con calma – far riposare per un giorno il loden, passare dal barbiere, portare il labrador al parco anziché Sarkozy a pranzo. Le crisi finanziarie in genere, questa specifica che riguarda l’Italia in particolare, esigono un segnale forte di discontinuità che permetta di ripartire davvero.
E il segnale forte che tutti si aspettano – i cittadini, i mercati, Ballarò – è quello della calma. Fosse possibile fare una battuta, nella situazione in cui ci troviamo, con il rischio che Europa e Fondo Monetario ci aggrediscano, meglio ancora lanciare uno slogan, questo portrebbe essere: Bot e Bond piuttosto che boom! E’ la calma la virtù dei forti – e pure, mi corre l’obbligo dirlo, la virtù di chi oggi forte non è. Niente, con l’insensatezza di chi – mediaticamente come politicamente – esorta a fare presto piuttosto che a fare bene, potremo mai ottenere.
A tal proposito, fornisce un’illuminante spiegazione (in una conversazione esclusiva con il nostro Stefano Folli a pagina due), la Signora ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, che dopo essersi espressa sia a favore della Roma che di Totti (segno, vista l’attuale classifica, di calma risoluta e di assenza di fretta), ha voluto consegnare a questo giornale dell’intrapresa nazionale, un saggio e opportuno ammonimento: “La gatta frettolosa fece li micetti cechi”. Noi del Sole 24 Ore, con poetica ardente pazienza – così che si medita persino di mutare, nel gravoso frangente, il nome della testata in il Sole 48 Ore, in modo da permettere a tutti di muoversi con maggior calma e senza  ansia e fretta alcuna – ci muoviamo nello spirito delle indicazione fornite dal Presidente Napolitano al presidente Monti per primo: “Rinnovata responsabilità e coesione nazionale”. Coesione, oserei dire e al Paese proporre, anche redazionale, perché il fare presto mette a rischio non solo il futuro ottico della figliolanza della gatta dal ministro citata, ma ben altro. Come lo stesso mio predecessore, dottor Riotta, ha voluto significare raccontando di quando lui e Pirandello e Vittorini hanno lasciato la Sicilia: mica sono giunti a Roma in fretta e furia, ma con calma e con lento piede, naviglio o accelerato, non sulla Ferrari del dottor Cordero di Montezemolo. E ben più lunga della tratta Palermo-Roma risulta la Roma-Francoforte, e ancora con più calma necessita di essere percorsa: prenda, il presidente Monti, il vagone letto piuttosto che l’areo, chieda all’ammiraglio Di Paola se per caso vi siano rotte marine a tutt’oggi inesplorate, vi si rechi in macchina con il ministro Enzo Moavero Milanesi al volante – in quanto responsabile degli Affari europei, responsabilmente conosce statali, autostrade e autogrill continentali.
Arrivare è l’obiettivo. E arrivare lontano, come l’Italia merita. Ma si sa, fin dai giorni in cui il differenziale giocava a nostro favore: chi va piano e calmo va sano e va lontano. Al giornale abbiamo allegato un “Manuale anti panico” di grande utilità, ulteriore invito alla saggezza della calma: in valeriana veritas, oserei dire. Come vedete, vicino alla testata, è stampato un nostro slogan: “Aumentiamo lo spread della fiducia”. E’ il “batti cinque!” dell’impresa italiana. Lo abbiamo riprodotto su un grande striscione, ora appeso sulla facciata della nostra redazione. Dunque, ecco l’indicazione del Sole 24 Ore (presto 48): può andare molto male, ma anche molto bene. Perciò regolatevi così: state buoni, toccate ferro e tenete il piede sul freno. Siate calmi e affamati.

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