domenica 24 giugno 2012

Continuate pure a dire che siamo scarsi, sarà ancora più bello, di Jack O'Malley


Quanto andrete avanti, sui vostri giornali, con la storia del gioco all’italiana e del gioco all’inglese? Li sfoglio al mattino mangiando uova e pancetta e mi chiedo se dopo l’ennesimo articolo su Roy Hodgson che fa catenaccio e contropiede e Prandelli che fa fare tanti passaggi, leggerò anche un pezzo sui portieri che non parano più a mani nude, sulla novità dei nomi dei giocatori sulle maglie e la difficoltà dei difensori ad abituarsi alla nuova regola del retropassaggio che non può più essere preso con le mani “dall’estremo difensore” (sto citando una telecronaca a caso di Rai Sport). Lo so bene, i luoghi comuni permettono di campare a lungo, e noi inglesi ci abbiamo messo del nostro per restare a voi ignoti per molti anni. Certo, l’ultimo termine di paragone che avete è la finale per il terzo e quarto posto di Italia Novanta, ma speravo che dopo averlo scritto per un anno intero a proposito di Chelsea e Manchester City (e da un decennio a proposito dello United) lo aveste capito: il gioco all’inglese è qualcosa che esiste soltanto nei manuali, quello all’italiana ormai vuole dire tutto e niente.
Ciò detto, leggo che per voi la partita è già vinta, che peggio sarebbe stato incontrare la Francia, che il nostro allenatore è un simpatico ubriacone e nulla di più, che l’Inghilterra non vince niente dal 1966, che se non c’è un gol fantasma non siamo contenti, che Terry è un anziano con l’asma e che Rooney è un ciccione con il parrucchino, che l’unico che sa fare un passaggio è Gerrard, che nel nostro ritiro si beve gin tonic e ci si fa l’idromassaggio nelle camere da boss della camorra volute da Capello. Già, Capello: un giorno scrivete che tifa Inghilterra, quello dopo che tifa Italia, tutti i giorni che è un po’ stronzo e parlava in italiano in ritiro e che per questo Rooney ha fatto la battutina sul traduttore durante gli allenamenti. Che noia. Giochiamo male, è vero, almeno quanto voi. Ma voi continuate a dirlo, per favore, che così magari facciamo la fine del Chelsea, con tutti a dire per mesi che non sarebbe andato da nessuna parte. A quel punto sarà ancora più bello trionfare, e a voi farà più male cadere. E non rompete i coglioni con la storia che il Chelsea lo allena un italiano, che sennò torniamo da capo.

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