domenica 10 giugno 2012

Russi terribili, ma non temibili, di Lanfranco Pace


GRUPPO A
Russia -Repubblica Ceca: 4-1. 
Reti: Dzagoev (R) 15’pt , Shirokov (R) 24' pt, Pilar (Rc) 7' st, Dzagoev (R) 34' st, Pavlyuchenko (R) 37' st. 
Arbitro: Howard Webb (Inghilterra). 


Ma che figli di Putin! Brillanti, veloci, devastanti hanno piallato i cechi. Sei sono dello Zenith di San Pietroburgo, che è, chiamiamolo così, nel cuore presidenziale. La mano di Luciano Spalletti è visibile. Tre anni di lavoro dell’olandese Dick Advocaat pure: il CT ha detto che a torneo concluso lascerà per il PSV Eindhoven. Come disse il poeta è tempo di tornare, la pensione è vicina.


Squadra corta, fraseggi stretti, ripartenze fulminee, così l’orchestra rossa. Di fronte i cechi sono poca cosa. I migliori sono pure fuori forma. Rosiscky, il “Mozart”, è un Salieri. Petr Cech, il portiere, si protegge come al solito il capo ma la “capa” è evidentemente rimasta nel catino di Monaco, alla vittoriosa finale di Champions. In meno di mezz’ora un micidiale “uno-due”  dei russi chiude la pratica. 15’: fuga sulla destra di Zyryanov , palla al centro verso Kerzhakov, colpo di testa in diagonale, palla che va sul palo, ribattuta, Alan Dzagoev c’è e non sbaglia.  26’: Arshavin si incunea in area sulla sinistra, si beve un paio di difensori, dà a Shirokov, tocco sotto e Cech per margherite.


Il gol ceco in avvio di ripresa è un incidente di percorso. Numero di Dzagoev e doppietta della ventiduenne stella del CSKA di Mosca. Poi Pavlyuchenko protegge bene con il corpo la palla proprio al limite dell’area, traccheggia poi al primo spiraglio tira una castagna sotto la traversa.  Un over trenta con grinta. Se Kerzhakov non se ne fosse mangiati più di Robinho finiva a punteggi da tennis.  Fra i suoi compagni di club,  Shirokov dimostra di saper cantare e portare la croce, è un vice Pirlo della steppa. Arshavin ha trovato con Luciano Spalletti una seconda giovinezza: il giocatore lunatico  e mai decisivo dell’Arsenal ora fa sfracelli ed è pure capitano.


Non c’è stato nemmeno un cartellino giallo. Chissà perché l’anima slava, in generale così crudele, nello sport sembra di un angelismo infantile: non conosce furbizie, colpi bassi, meschinità. Perciò terribili ma non temibili. Se ci hanno messo tre pallini nell’amichevole di qualche giorno fa è solo perché noi stavamo in ricevitoria  a calcolare  le martingale.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/13749

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