sabato 16 giugno 2012

Lampi di classe e tanti gol, l'Europeo va avanti senza Ibra, di Lanfranco Pace


GRUPPO D
Ucraina- Francia 0-2 Reti: Menez (F) 8’st, Cabaye (F) 11’ st
Aribitro: Kuipers (Olanda).


Svezia-Inghilterra 2-3 Reti: Carroll (I) 23' pt, Mellberg (S) 4' st, Mellberg (S) 14', Walcott (I) 19' st, Welbeck (I) 33' s.t.
Arbitro: Skomina (Slovenia)

Con queste due partite del gruppo D, finisce anche la seconda giornata. L’Europeo ha regalato qua e là lampi di classe, tanti gol, nessun zero a zero. Irlanda e Svezia già eliminate, le altre sei verranno fuori dopo le partite in programma nei prossimi quattro giorni. Si conferma dunque come torneo particolarmente rognoso, combattuto, in cui non è consentito distrarsi né fare calcoli.
Nel pomeriggio, Ucraina- Francia. Shevchenko non ha potuto ripetere la prestazione di quattro giorni fa, ha pur sempre i suoi quasi trentasei, e i francesi hanno sbrigato la pratica in cinque minuti con il talentuoso e fastidioso ex romanista Menez. In serata un’Inghilterra senza Rooney, ancora squalificato, ma solida, concreta e rapida ha sconfitto la Svezia. Il divo Ibra è stato a mezzo servizio. Particolarmente imbronciato, anzi chiaramente incazzato, è rimasto quasi sempre indietro, a centro campo. Quando la Svezia è andata in vantaggio si è messo a ringhiare al portiere inglese: nella serie incarta porta a casa e fuck you.
La Francia ha fatto un passo decisivo verso la qualificazione. L’Inghilterra anche. Ma martedì a Donetsk dovrà vedersela con l’Ucraina che davanti al proprio pubblico giocherà la partita della vita e la giocherà alla morte.
La Francia fa bel gioco, appoggi in profondità, sponde in velocità e tagli, ed errori in serie: a inizio ripresa ci pensa Benzema, taglio per Menez che rientra sul sinistro e sblocca il risultato. Tre minuti dopo, sempre Benzema, vede l’inserimento di Cabaye, assist, sinistro incrociato. L’attaccante del Real sorride poco, ma è solido come un diesel, inventivo come un artista e Mourinho se lo tiene stretto.
Difficile dire se il ventitreenne Andy Carrol vale i 40 milioni e passa sborsati dal Liverpool, il prezzo più alto mai pagato per un calciatore inglese. Di certo ha un’elevazione disumana. Per colpire di testa il cross perfetto di Steven Gerrard dalla tre quarti e portare la sua squadra in vantaggio, ha mollato ai lungagnoni centrali svedesi un metro e mezzo, saltando da fermo. Il primo tempo, tutto in questo prodigio di forza atletica e coordinazione, non lascia presagire nulla di buono per il secondo: che invece è stato il più emozionante del torneo. La Svezia pareggia e passa addirittura avanti, con un personaggio inatteso, il difensore, Olof Mellberg, ex Juventus e ora in forza all’Olympiakos di Atene. Gli english man non si scompongono, Hodgson azzecca la mossa Theo Walcott: l'esterno dell'Arsenal ringrazia e segna il 2-2 con un tiro dal limite. E poco dopo riparte in velocità, si allarga e crossa al centro dove è in agguato Welbeck che fa fuori i due difensori e manda controtempo il portiere ruotando su se stesso e colpendo la palla con il tacco: una raffinatezza. E’ vero che ha avuto fortuna, a fare quel movimento nove volte su dieci si cicca. Ma un grande attaccante non ha mai paura di provare.
La Svezia va a casa. Ibra, che è più transnazionale di un partito di Pannella, lascerà una nazionale e una maglia che probabilmente non sente sue: all’esecuzione dell’inno, è il solo a non aver cantato, scena muta per giunta a brutto muso.
Codicillo su Italia, carattere di una nazione e dintorni. E’ evidente ormai che questa storia del possibile biscotto ispano-croato ci accompagnerà fino alla fine. I Volpi, i Galeazzi, i Serse Cosmi, persino Trapattoni ammiccando al passato, il Giornale e i quotidiani sportivi, tutti continuano con la litania. Sono in tanti, il che mi destabilizza. Vuoi vedere che il fesso sono io, che il biscotto è già bello che cotto? Lettori pochi e fieri, che ne pensate voi?

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