lunedì 18 giugno 2012

Un minuto di silenzio per l'enormità di Cristiano Ronaldo, di Lanfranco Pace


Aspettando il biscotto

GRUPPO B

Danimarca- Germania 1-2 Reti: Podolski, (G) 19’ pt, Krohn-Dehli (D) 24’ pt, Bender (G) 35’st
Arbitro: Velasco Carballo (Spagna)
Portogallo - Olanda 2-1 Reti Van der Vaart (O) 11’ pt, Ronaldo (P) 28 pt’, Ronaldo (P) 29’ st
Arbitro: Rizzoli (Italia)


La Germania gioca mediocremente ma vince: questo, di solito, è considerato segnale di forza e di buon auspicio. Prima del suo gruppo con tre vittorie e nove punti: questo, invece, porta sfiga. Non ricordo squadre passate alla fase successiva a punteggio pieno che poi abbiano vinto il torneo.
Dopo il tradizionale minuto di silenzio percontemplare la misteriosa grandezza del calcio, è d’uopo contemplare con occhio umido la grandezza, l’enormità di Cristiano Ronaldo: CR7 non vagola più rimirandosi allo specchio e portando in giro quel culetto da sballo che tanto piace alle donne e alla maison Armani.  E’ ritornato il killer che in Liga ha segnato più di un gol a partita in media. Ha calciato, di destro e di sinistro, da lontano e da vicino, è saltato più in alto degli altri e in netto anticipo, è entrato in area con triangolazioni strette e con dai e vai larghi preparati fin dalla metà campo. Ha fatto corse di cinquanta, sessanta metri, andata e ritorno, inesauribile. Ha segnato  due gol, ha preso due pali, fallito di poco altre occasioni. Da numero uno al mondo, più pericoloso dello stesso Messi perché capace di grandi cose anche in quella parte di campo dove l’argentino si avventura raramente.

Un cambiamento di rendimento così rapido e imprevedibile, è possibile solo se qualcuno l’ha sdraiato sul lettino. Forse l’allenatore Paul Bento, più probabilmente lo stesso Mourinho che se lo tiene stretto al Real e da tempo lavora sulla sua psiche per convincerlo che è lui e non Messi il più forte al mondo. La cura funziona eccome: non c’è paragone fra il Ronaldo di oggi e di ieri. L’Olanda non ha un Mou che vegli su di lei. Van Marwijk  è un onesto professionista di seconda fascia, ha allenato solo il Feyenoord, non ha carisma sufficiente per piegare i clan e mettere ordine nello spogliatoio. Gli arancione vanno in vantaggio quasi subito, con un tiro da mare forza nove di Van der Vaart, palla calciata a girare dalla sinistra che si infila nell'angolo in basso alla destra del portiere. Ma altrettanto subitamente si spengono. I portoghesi entrano finalmente in partita e per almeno venti minuti gli olandesi vivono un incubo: palo pieno, palo spizzato, inzuccata che Stekelenburg, il portiere della Roma,  respinge non sa nemmeno lui, cannata da quaranta metri che le mani ancora gli bruciano. Infine il pareggio: da posizione perfettamente regolare Ronaldo scatta in profondità a dettare il passaggio, Joao Pereira lo serve con i giri contati, uno scherzo. Nel secondo tempo un gol da cineteca: break nella propria metà campo, parte fulmineo il contropiede, apertura profonda sulla destra, al volo spostamento di fronte a sinistra: Ronaldo sgroppa per cinquanta metri e si fa trovare all’appuntamento, mette a sedere difensore e portiere. In tutto, otto secondi, forse nove: più che calcio è sembrato football americano.

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